martedì 25 marzo 2014

[maipiuthyssenkrupp]

24 APRILE SENTENZA DI CASSAZIONE STRAGE THYSSENKRUPP

"LIBERIAMOCI" DAI PADRONI

 

Il prossimo 24 aprile la Corte di Cassazione sarà chiamata a pronunciarsi in merito alla strage ThyssenKrupp del dicembre 2007 in cui persero la vita 7 nostri compagni di lavoro: Antonio, Roberto, Bruno, Angelo, Rocco, Rosario e Giuseppe. Dopo le condanne inflitte inizialmente in primo grado, definite "storiche" ed "esemplari", sono stati derubricati in secondo grado sia l'omicidio volontario, sia il dolo eventuale, che la Corte d'Appello ha trasformato in "omicidio colposo aggravato dalla colpa cosciente": ampiamente ridotte le pene per tutti gli imputati. Non è stata la sensibilità dei giudici ma la mobilitazione popolare che ha portato alle condanne di primo grado, lavoro poi vanificato dal passare del tempo e dalla (quasi) totale cappa di silenzio calata dai media sulla vicenda, che ha portato poi al colpo di spugna in secondo grado.

 

In un Paese come il nostro, dove Vaticano, massonerie, lobby e grandi famiglie industriali hanno fatto e continuano a fare il bello e il cattivo tempo, vedendo profilarsi il più che fondato sospetto che in Cassazione vengano alleggerite le posizioni degli imputati, invitiamo lavoratori e cittadini a presidiare il palazzo dove ha sede la Corte di Cassazione a Roma il 24 aprile prossimo.

Per sostenere le famiglie delle vittime e i lavoratori e ricordare a quanti in questi anni - vertici aziendali, Confindustria, A.m.m.a., sindacalisti Uil conniventi con l'Azienda come Maurizio Peverati e Michele Carbonio e operai e quadri che hanno testimoniato il falso, hanno macchinato dietro le quinte con lo scopo di impedire l'accertamento della verità e delle responsabilità degli imputati - che la classe operaia non dimentica la più grande strage di lavoratori degli ultimi 30 anni che ha colpito Torino, culla della tradizione operaia e della Resistenza al nazifascismo.

 

Una città che, colpita duramente dalla crisi innescata dal capitale finanziario, fatica a trovare un nuovo volto che non sia quello tradizionalmente legato alla Fiat e al design automobilistico ormai al tramonto, complici il benestare politico di vecchi e nuovi amministratori (Chiamparino e Fassino) e l'appoggio finanziario da parte di gruppi bancari (in primis Intesa San Paolo, il cui Presidente Bazoli è notoriamente legato alla formigoniana CL e ancor più al suo braccio finanziario, la potentissima lobby CdO, la Compagnia delle Opere) con l'appoggio possibile a colui che in pochi anni ha distrutto decine migliaia di posti di lavoro, non solo a Torino, delocalizzando la produzione in altri paesi: Sergio Marchionne. Una Città in cui il lavoro, divenuto sempre più precario, insicuro e mal retribuito, sta letteralmente scomparendo, lasciando decine di migliaia di persone senza alcuna prospettiva per il futuro. Una Città in cui il Sindaco P. Fassino appoggia l'inutile quanto costosa opera della Tav e assicura, parlando di Expo 2015, che "è responsabilità di tutti sostenere l'evento". Inutile dire che, come per la Tav, anche per Expo e i lavori per la sua realizzazione si sono scatenati gli appetiti di immobiliaristi, affaristi e politici legati alle onnipresenti (quando si parla di appalti e contratti pubblici milionari) imprese legate alla Compagnia delle Opere (CL) e per le quali son già partite numerose inchieste da parte della magistratura che hanno portato ad arresti per tangenti e illeciti amministrativi.

 

Piero Fassino non perde occasione per dare il suo sostegno a gruppi finanziari e industriali che, sperperando centinaia di milioni di euro in opere inutili, stanno affossando Torino (e l'Italia) ed è così responsabile di aver reso il capoluogo piemontese una delle città italiane più colpite dagli effetti della crisi. Proprio di questi giorni è la notizia, che suona come una vera e propria beffa, visti i numeri dei giovani disoccupati torinesi (35 % nel 2013), che proprio la nostra Città, durante il prossimo semestre europeo guidato dall'Italia, è designata ad ospitare il vertice europeo contro la disoccupazione giovanile.

 

Se non si rilancia il lavoro, utile e dignitoso, come unica misura per contrastare gli effetti più nefasti della crisi, si andrà inevitabilmente ad un aumento della conflittualità sociale. E le soluzioni potrebbero essere molte: aumentare l'orario di apertura dei musei, rilanciare il patrimonio artistico aprendo nuovi siti archeologici e rilanciando quelli già esistenti, potenziando il trasporto pubblico anche nelle fasce notturne, bonificando le ex aree industriali dismesse (compresa l'area ThyssenKrupp) dalle sostanze nocive, potenziando istruzione e sanità. Cittadini a pieno titolo, non considerati tali solo quando le amministrazioni devono "fare cassa" con tasse, balzelli e rincari di ogni genere.

 

Nessuna fiducia nelle istituzioni, complici dello stato di crisi in cui versiamo, ma al contrario rompere il meccanismo della delega e della sudditanza alla quale siamo abituati e lottare in prima persona, ognuno secondo le proprie possibilità e le proprie caratteristiche, per cambiare questo sistema produttivo che genera profitti (per la classe dominante) in cambio di lutti (per i proletari) e affermarne uno nuovo che stiamo già creando sulle ceneri del capitalismo ormai in disfacimento: il socialismo. Solo un sistema produttivo in cui siano i lavoratori stessi ad esercitare il controllo dei mezzi di produzione, e sulla sicurezza del lavoro, sarà in grado di eliminare i morti sul lavoro, vittime del profitto dei padroni.

 

Ci rivolgiamo alla parte sana del Paese, chi lotta contro la devastazione ambientale, per la dignità del lavoro e in difesa dei diritti, a quanti sono già in lotta per una società migliore, perché in vista del 24 aprile prossimo promuovano e partecipino in prima persona al presidio di solidarietà ai familiari di tutte le vittime del profitto davanti alla Corte di Cassazione a Roma, piazza Cavour. Noi non dimentichiamo.

 

 

Nessuna giustizia, nessuna pace.

 

 

 

Torino, 25 marzo 2014                                                                               Ex lavoratori ThyssenKrupp Torino

 

 

 

 

 

 

 

giovedì 13 marzo 2014

[maipiuthyssenkrupp] 13.03.2014 Comunicato ex lavoratori TK Torino - Agire subito per contrastare omicidi e veleni

THYSSENKRUPP TERNI
AGIRE SUBITO PER CONTRASTARE OMICIDI E VELENI

Nonostante le proteste e gli allarmi denunciati dalla popolazione di Terni i dirigenti della ThyssenKrupp perseguono nel loro comportamento criminale di devastazione del territorio e della salute dei cittadini attraverso la dispersione di nichel, cromo, arsenico e altri metalli pesanti nell'area a ridosso dello stabilimento di Terni (http://www.corriere.it/inchieste/neve-velenosa-che-ci-uccide/d4b02ebc-a95b-11e3-a393-9f8a3f4bf9ce.shtml).

Le colpe di questo disastro sociale e ambientale sono da imputare a tutti i livelli, industriali, sindacali e amministrativi: dall'azienda che lucra impunemente sulla pelle di lavoratori e cittadini, ai sindacati che "monetizzano" il rischio anziché costringere l'azienda a non inquinare per arrivare alle istituzioni (comunali, provinciali e regionali) che si fanno ricattare dall'azienda e chiudono un occhio sulla vicenda. Per non parlare poi delle gravissime responsabilità dei Ministeri di Ambiente e Salute e delle Asl territoriali, che da anni monitorano i superamenti dei livelli di emissione di tutte le sostanze senza fare assolutamente nulla. Ormai sono tantissimi i casi di allergie, intolleranze e sensibilizzazioni, senza dimenticare i crescenti casi di tumore, dovuti all'esposizione delle sostanze nocive emesse dall'acciaieria riscontrate tra i cittadini ternani, in special modo gli abitanti del quartiere Prisciano, quello a ridosso dello stabilimento.

Innanzitutto vogliamo esprimere con questo comunicato solidarietà e vicinanza ai lavoratori e agli abitanti di Terni che vivono questo dramma, dimenticati da governo e istituzioni, conniventi con la multinazionale tedesca, la stessa che a Torino ha cagionato, nel medesimo disinteresse generale, la morte di 7 lavoratori nel dicembre 2007 e per i quali nessun responsabile ha fatto un solo giorno di galera. Questa è la giustizia (borghese) italiana!

Ancora memori della nostra tragica esperienza facciamo appello a tutta quella parte sana all'interno della fabbrica, del sindacato, dei partiti e tra i lavoratori e i cittadini più combattivi, ai membri di comitati ambientalisti e semplici cittadini consapevoli del rischio che stanno correndo di organizzarsi in coordinamento tra realtà che già oggi si oppongono a questo scempio per costringere azienda, istituzioni locali e nazionali a fare subito qualcosa. Probabilmente già si è atteso troppo e attendere che le istituzioni facciano qualcosa è, dati alla mano, una pura utopia. Una fiducia assolutamente mal riposta.

Come in altri casi analoghi, il più lampante per gravità e dimensioni è sicuramente l'Ilva di Taranto, si proporrà la solita ricetta: o inquiniamo o chiudiamo, scegliete voi... Ma questo ricatto non deve essere accettato per nessun motivo, dai lavoratori in primis (non si baratta il diritto alla salute per un pezzo di pane)  e nemmeno dai cittadini.
Se la ThyssenKrupp non vuole produrre senza inquinare i lavoratori e gli abitanti di Terni devono bloccare lo stabilimento e impedire che continui questo scempio. Si può fare e l'esempio della dura lotta che hanno fatto i comitati ambientalisti in Campania per impedire l'apertura di nuove discariche di veleni lo dimostra: bloccare le strade, impedire l'approvvigionamento dello stabilimento con blocchi stradali, obbligare l'azienda e le istituzioni a bonificare l'area. Non lasciare che le istituzioni e l'azienda "se ne occupino" (abbiamo sotto gli occhi in che modo lo fanno!) ma sensibilizzare i cittadini a organizzarsi e costringere istituzioni e azienda a porre fine a questo scempio.

A quei lavoratori dello stabilimento di Terni o ai loro familiari che pensano che  immischiarsi nella faccenda sia pericoloso e che possa comportare la perdita del lavoro diciamo, senza mezzi termini, che la ThyssenKrupp, per chi non lo avesse (ancora) capito, ha già mostrato tutte le intenzioni di abbandonare l'Italia, non prima però di aver sfruttato a dovere tutte le potenzialità, umane e impiantistiche, del sito di Terni, secondo la ricetta già sperimentata anche da altri: privatizzare gli utili e socializzare i costi (sociali e ambientali). 
Per i più scettici, quelli che ancora sperano nella bontà dell'azienda, del padrone magnanimo, ulteriore prova sia questa finta vendita e riacquisiziOne di Inoxum nel "palleggio" di proprietà con i finlandesi di Outokumpu, una tipica mossa pre dismissione: confondere le acque, prendere tempo, diffondere ansia tra i lavoratori, mettere in campo un piano industriale nebuloso e incerto (http://www.umbria24.it/tk-ast-le-paure-dopo-la-festa-di-compleanno-nuova-organizzazione-diversa-dal-previsto/268444.html) per far vivere tutti nell'ansia del ricatto e pretendere maggiore produttività diminuendo le condizioni di sicurezza dei lavoratori, spremere impianti e persone, massimizzare i profitti per poi chiudere e delocalizzare in Germania o altrove. Tutto in perfetto stile Marchionne.

Da questo punto di vista la vicenda di Torino non può non rappresentare un insegnamento. Per questo non bisogna illudersi della buona volontà dell'Azienda, che persegue solo il profitto, non certo il benessere dei lavoratori.
Non vogliamo con questo né creare panico né inutile allarmismo (a questo ci pensano ogni giorno la borghesia e i padroni) ma spingere, alla conta dei fatti, i più a rompere l'immobilismo tipico di chi si sente al riparo dalla crisi perché ha (oggi) un posto di lavoro e adoperarsi senza indugi a collaborare con quanto sono disposti a costringere la ThyssenKrupp a rimanere a Terni producendo senza inquinare. Il diritto alla salute non si monetizza! 

Oltretutto in una Regione, l'Umbria, nota in Italia e all'estero proprio per quella vocazione ambientale e paesaggistica che tutti le invidiano e che una politica del tirare a campare oggi senza curarsi del domani sta mettendo gravemente in pericolo. Ritrovarsi un domani senza lavoro in un posto compromesso dall'inquinamento è una cosa che non solo i ternani non meritano ma alla quale necessariamente, fin d'ora, hanno tutto il diritto così anche le capacità e i mezzi per opporsi. Prima che sia troppo tardi...





Torino, 13 marzo 2014                                                                                                                                                                                                   Ex lavoratori ThyssenKrupp Torino