martedì 10 dicembre 2013

[maipiuthyssenkrupp] 10.12.2013 - Comunicato ex familiari e lavoratori ThyssenKrupp Torino



GIU LE MANI DALLE EX AREE THYSSENKRUPP - ILVA


NO A SPECULAZIONI EDILIZIO-URBANISTICHE


IL COMUNE ONORI E RISPETTI LA VOLONTA' DELLE FAMIGLIE DELLE SETTE VITTIME DELLA STRAGE DEL 6 DICEMBRE 2007 E DEGLI EX LAVORATORI TK





In coincidenza con il Sesto Anniversario della strage del 6 dicembre del 2007, che vide perire in modo così orrendo i nostri compagni di lavoro Antonio, Angelo, Roberto, Bruno, Rocco, Rosario e Giuseppe, noi famigliari ed ex-Lavoratori chiediamo al Cumune di Torino, in particolare al Sindaco e al Consiglio Comunale di NON DIMENTICARE ciò che é successo in quella maledetta notte e mantenere viva la memoria della più grande ferita inferta alla città dopo i rastrellamenti e i bombardamenti della seconda guerra mondiale.

Città e cittadini, un'intera comunità che tanto rimasero colpiti e segnati in quei giorni di lutto e cordoglio e che in modo naturale e solidale si strinsero in un abbraccio collettivo attorno alle famiglie dei sette operai e ai lavoratori TK che in quei giorni drammatici oltre che veder perdere la vita dei loro compagni e rischiare essi stessi la vita, avevano visto attuarsi lo sciagurato piano industriale della direzione aziendale TK di chiudere senza alcun preavviso il sito produttivo di Torino. Senza che per altro il Comune (l'allora Amministrazione Chiamparino) facesse nulla per impedirlo.

Per noi mantenere viva la memoria ed il ricordo dei nostri compagni di lavoro non vuol dire solo commemorarli, una volta l'anno, in un doveroso e pur importante "momento istituzionale", attraverso la celebrazione della messa e il saluto del Sindaco e delle Autorità, come si è appena rinnovato venerdì scorso al Cimitero Monumentale. Per noi ricordare ed onorare ciò che è successo vuol dire anche e soprattutto far diventare "Patrimonio Collettivo" il fatto che nella nostra città culla del lavoro, in particolare dell'industria e nel segno della tradizione e della storia operaia, non accadano più stragi sul lavoro e siano riattualizzati valori come la dignità del lavoro ed il rispetto della salute e della vita dei lavoratori, ma anche dei cittadini che vivono nei pressi degli insediamenti produttivi rimasti in Città, proprio come ha ricordato nel suo ultimo discorso il Sindaco Fassino.

Una città che in più di un secolo è radicalmente cambiata e si è trasformata, pur tra enormi sacrifici e notevoli travagli socio-economici, e dopo alcuni decenni è passata dall'essere universalmente riconosciuta come la Città dell'Auto, simbolo del lavoro operaio e manifatturiero all'odierna "Moderna Città dei Servizi e del Turismo Europeo": in sintesi la Torino Olimpica e degli eventi mediatici, che in questo scenario si è trasformata anche sul piano urbanistico con massicci interventi di riqualificazione attraverso il cambio di destinazioni d'uso di enormi ex-aree industriali. Milioni di metri quadri spesso "donati" ai privati, che vi hanno speculato costruendoci residenze private e supermercati, con rivalutazioni fondiarie rilevanti e perdita, per la Città, di importanti Aree che sarebbero dovute essere trasformate e destinate ad un miglior utilizzo per tutta la comunità con finalità sociali.

Come Ass. Legami d'Acciaio e come ex lavoratori e quindi semplici cittadini torinesi invitiamo il Sindaco, l'Assessore all'Urbanistica e tutto il Consiglio Comunale affinché la variante urbanistica (ex 221), che prevede un cambio di destinazione urbanistica diverso dai fini industriali-produttivi previsti, venga discussa con le modalità e l'iter più corretto ed idoneo della variante strutturale e non come si sta tentando di fare, cioè velocizzando inspiegabilmente la discussione prima in Commissione e poi in Consiglio con una "variante semplice" che non terrebbe in debita considerazione la complessità, i numeri ingenti in ballo (metri quadri, SLP, ecc...) ma soprattutto le doverose bonifiche (che dovrebbero essere poste a carico della ThyssenKrupp e non del Comune; e quindi gravare su noi cittadini) e le relative criticità ambientali.

Area che è stata investita per circa 60 anni da attività industriali siderurgiche molto inquinanti, con il loro relativo impatto protrattosi per decenni anche a livello infrastrutturale, con cunicoli e/o gallerie sotto la superficie dei capannoni. Inoltre non bisogna sottovalutare l'altissimo rischio di esondabilità presente in tutta l'area a valle del Parco della Pellerina, come dimostrato nei fatti con l'alluvione dell'ottobre del 2000, che vide i nostri reparti di lavoro completamente invasi e gravemente danneggiati dalle acque della Dora Riparia.

Quindi chiediamo all'Amministrazione Comunale e a chi ne ricopre le responsabilità di soprassedere e valutare bene il destino di quelle Aree, di tenere bene in conto degli elementi di discussione accennati sui rischi e sulle ricadute ambientali (prima di cospargerci il capo di cenere o inutili recriminazioni su danni a cose o a persone che sarebbero a rischio alluvione), di considerare per le stesse cose dette e delle promesse fatte negli anni da questa e dalla precedente Amministrazione.

Per noi questo vorrebbe dire veramente Ricordo e Memoria per ciò che è successo, e non solo commemorare la data del 6 dicembre, un rito collettivo che appare anche solo in parte routine e retorica con cui lavarsi la coscienza. Il solo ricordo non aiuterà a migliorare la città e la vita quotidiana dei suoi cittadini.

Legami d'Acciaio non ha la presunzione né proposte specifiche da avanzare per la riqualificazione dell'Area, certamente non nel merito tecnico. Questo non compete a noi. L'unica cosa di cui siamo certi è che l'area così com'è non può restare, va restituita alla Città con un riutilizzo in termini di superfici a maggioranza con finalità pubbliche e siamo altrettanto convinti che sull'area non debbano esserci "svendite", come già successo, a privati o amici degli amici che le usino a fini speculativi. Se non sono state vendute in sordina nel frattempo le ex aree ci risultano appartenere alla Fintecna o meglio l'immobiliare CimiMontubi S.p.A., almeno per le aree ex-ILVA.

Legami d'Acciaio esorta l'Amministrazione, il Sindaco, il Consiglio a confrontarsi con la cittadinanza, i comitati di cittadini nati o esistenti da anni in quelle Aree, che si stanno impegnando a valorizzare anche con progetti e proposte per il riutilizzo dei milioni di metri quadri di questo pezzo importante di accesso alla città (varco Ovest). Ragionare tutti insieme, anche con noi famigliari ed ex-lavoratori, non solo per salvaguardare la memoria un pezzo di Storia della città, di ciò che era, ma soprattutto per ciò che riguarda il proprio futuro di moderna città solidale e sostenibile e del volto che Torino dovrà per forza di cose ricostruirsi, dopo la pesantissima fase di dismissione e delocalizzazione industriale di numerosi siti produttivi dovuti alla crisi degli ultimi anni.

Torino potrà superare questa crisi solo se verrà rilanciato il LAVORO: per esempio realizzando i lavori di bonifica dell'ex area Thyssen assumendo tra i numerosi cassintegrati e disoccupati.

Tra questi pure alcuni ex lavoratori ThyssenKrupp a cui Fassino ha promesso un lavoro, mai giunto. Francamente sia questa che la passata Amministrazione hanno usato molto la vicenda a fini mediatici ma poi in concretamente non hanno fatto niente di niente sia sul versante del miglioramento della sicurezza e della salubrità dei luoghi di lavoro, sia per quanto riguarda l'occupazione (ai minimi storici e peggio che nel resto d'Italia). L'ex Sindaco Chiamparino è stato premiato per la sua politica "rivolta ai cittadini" con la nomina ai vertici della Fondazione San Paolo. Piero Fassino invece preferisce investire sulla militarizzazione della Val Susa e l'inutile progetto T.A.V. (Treno a vapore), la svendita ai privati delle ex società municipalizzate, il taglio dei servizi (taglio ai percorsi G.T.T., ridimensionamento del servizio e del numero degli asili, peggioramento delle condizioni di studio, nessuna manutenzione agli edifici scolastici), appaltare scale mobili e ascensori per le stazioni di Porta Nuova e Porta Susa proprio a quei criminali della ThyssenKrupp. Proprio una bella mossa che rivela grande sensibilità da parte dell'Amministrazione! Ecco come si è concesso di recuperare gli oltre 36 milioni di euro che Thyssen ha dovuto risarcire a tutte le Parti Civili. Alla fine dopo la strage la ThyssenKrupp ci ha pure guadagnato: 7 morti, nessuno in galera, nessun colpevole, nessuna bonifica, introiti dalla cessione dell'area e anche proventi per i lavori nelle due stazioni ferroviarie torinesi. Il Comune di Torino: una manna per i padroni!?

Sindaco Fassino: possibile che non si rende conto che Torino sta morendo? E neanche tanto lentamente. Forse lei è troppo impegnato a seguire le questioni che riguardano il suo Partito ma la nella città in cui vivono 890 mila persone e che Lei amministra chiudono i negozi, nei mercati i banchi scompaiono, la Metro è pressoché deserta, i giovani non trovano lavoro, sempre più persone chiedono aiuto per arrivare a fine mese, la gente ruba per fame, gli spazi di aggregazione sono messi in discussione, sempre più tasse e meno servizi offerti ai cittadini. Ci manca solo uno scempio urbanistico di fronte al più grande e bel parco di Torino e siamo apposto! Ma noi siamo sempre ottimisti e propositivi. Ecco alcune misure che può attuare fin da subito: mantenere la promessa fatta agli ex lavoratori ThyssenKrupp di un posto di lavoro sicuro e dignitoso; abbandonare il folle progetto TAV e destinare i soldi a cose più utili; potenziare il trasporto pubblico anche nelle ore notturne; aprire musei e mostre oltre gli orari attuali, ristrutture le scuole che cadono a pezzi (le suggerisce niente il nome di Vito Scafidi?) e tante altre cose ancora.

In ultimo, caro Sindaco, la finisca di trincerarsi dietro questa puerile scusa che mancano i soldi per fare le cose. Nessuno la accuserà di infrangere il Patto di stabilità se userà l'influenza, l'autorevolezza e i mezzi di cui dispone per realizzare anche solo metà della metà delle cose che abbiamo proposto! Noi non vogliamo far crescere i nostri bambini in una città dove ci capita sempre più spesso di vedere anziani (e non) rovistare nei cassonetti della spazzatura! Non ci meritiamo questo e non vogliamo che la Città prima capitale d'Italia, culla del Risorgimento e dell'Unità d'Italia, Medaglia d'Oro della Resistenza (Lei lo sa bene, suo padre era un Partigiano) e del Movimento Operaio diventi una città vuota, sterile, indifferente e cinica proprio come chi fa profitti sulle spalle dei lavoratori. Altrimenti non si stupisca dei fischi e delle contestazioni che accompagnano sempre più spesso le sue (sempre minori, a dire il vero...) apparizioni pubbliche.


Sempre pronti a discutere e confrontarsi.




Torino, 10 dicembre 2013                                                                          Familiari ed ex Lavoratori ThyssenKrupp Torino


mercoledì 6 marzo 2013

[maipiuthyssenkrupp] Ex lavoratori ThyssenKrupp Torino - Cordoglio per la morte del Comandante Ugo Chavez Frias

Esprimiamo profondo cordoglio per la tragica scomparsa del Presidente Ugo Chavez Frias: un uomo che per tutta la vita si è speso per l'avanzamento del socialismo nel Venezuela e in tutto il Sud America, rappresentando un modello alternativo possibile (e anzi necessario) al capitalismo imperialista che ha fatto sprofondare l'Umanità nella peggiore crisi sociale, economica e culturale dal Dopoguerra ad oggi. La nostra battaglia non è solo per la sicurezza nei luoghi di lavoro, per un lavoro sicuro e dignitoso. E' la lotta per affermare la costruzione di una società nuova, quella socialista che, in Venezuela, su impulso del Presidente Chavez e grazie all'apporto di milioni di venezuelani, pur tra mille difficoltà, ha gettato le basi per il miglioramento delle condizioni di vita degli oppressi e degli sfruttati e costituisce oggi la possibilità reale di una vita migliore per milioni di persone non solo in Venezuela ma, grazie al suo esempio, anche in altri Paesi di tutto il mondo. La lotta intrapresa dal Venezuela sulla via del socialismo è un faro che illumina di speranze l'umanità in questa epoca difficile.

Ugo Chavez vive nelle lotte di tutti coloro che si battono per una società in cui i morti sul lavoro, lo sfruttamento e l'oppressione siano una barbarie del passato.

 

Torino, 6 marzo 2013                                                              Ex lavoratori ThyssenKrupp Torino

 

venerdì 1 marzo 2013

[maipiuthyssenkrupp] 1.03.2013 - Comunicato stampa ex lavoratori ThyssenKrupp Torino sentenza d'Appello


PROCESSO D'APPELLO THYSSENKRUPP

nessuna giustizia, nessuna pace



Dopo 5 anni dalla strage l'ennesima doccia fredda per i familiari delle vittime e gli ex lavoratori nel processo ThyssenKrupp: derubricato il reato più grave (per l'ad H. Espenhahn l'omicidio volontario diventa colposo), ridotte significativamente le pene per tutti gli altri imputati e concesso anche il dissequestro della Linea 5. Giustamente i familiari hanno occupato l'aula per ore e non sono mancati attacchi al ViceSindaco T. Dealessandri, contestato per il ruolo avuto dal Comune nella vicenda: ritiro dal processo d'Appello (in cambio di un lauto risarcimento) e soprattutto la ricollocazione di decine di ex lavoratori TK nelle municipalizzate del Comune che però, in cambio di un posto di lavoro, sono stati costretti a rinunciare alla costituzione di Parte Civile alimentando così la divisione tra i lavoratori. Una sentenza della giustizia padronale per salvare gli unici responsabili di quelle morti atroci, in una giornata funestata dall'ennesimo lavoratore morto nello stabilimento ILVA di Taranto.


Rinnoviamo ancora una volta la nostra solidarietà e vicinanza ai familiari dei nostri 7 compagni di lavoro e alle famiglie di tutti i morti sul lavoro in questo Paese.

Questa sentenza infanga la loro memoria, quella dei loro familiari, la dignità stessa del lavoro e li uccide nuovamente, aprendo pericolosamente la strada dell'impunità per i loro assassini. Anche il responsabile della sicurezza C. Cafueri, che non dimentichiamo ha indotto (e per questo è indagato in un processo a parte) alla falsa testimonianza numerosi testimoni della difesa, ha visto ridotta la sua pena dopo aver piagnucolato ignobilmente dinnanzi alla Corte. Ci chiediamo con quali considerazioni gli siano state riconosciute le attenuanti!? Probabilmente per i servigi ben svolti per il suo padrone...


Come era prevedibile le richieste di pena "esemplari", il processo "storico", "una nuova pagina della giurisprudenza del lavoro", sono serviti solo a contenere in parte la rabbia e lo sdegno dei familiari, degli operai e della società civile. Questa vicenda ci insegna che la giustizia italiana adotta due pesi e due misure e che la vita dei lavoratori vale meno di zero. Per questo non bisogna accordare nessuna fiducia alla legalità borghese!

Le "condanne" inflitte in primo grado sono arrivate non per la lungimiranza della giustizia ma per la puntuale e sollecita mobilitazione popolare che ha spinto in tal senso il pronunciamento della Corte. Per gli operai é difficile oggi organizzarsi e rispondere in maniera adeguata agli attacchi dei padroni e dei loro lacchè. Vengono infatti promosse a piene mani rassegnazione e sfiducia nei propri mezzi e nelle proprie risorse.

Oggi più che mai, all'indomani di questa vergognosa sentenza, sentiamo la responsabilità di chi ha affrontato una vera e propria "guerra" contro l'ingiustizia e forse non ha combattuto con tutte le armi a propria disposizione. Ma sappiamo di possederne una formidabile: la solidarietà.

Questa vicenda ci insegna che dobbiamo organizzarci meglio e con maggiore determinazione, senza abbassare mai la guardia. Continuare oggi a combattere per i nostri 7 compagni di lavoro della TK, per i morti all'ILVA, per i morti da amianto all'Eternit, per avere giustizia e sapere la verità per la strage di Viareggio e per tutti i morti nei cantieri, sulle strade e nelle fabbriche nel Nord e nel Sud d'Italia significa pretendere che venga riconosciuta la dignità del lavoro (sancita dalla Costituzione) per noi stessi e per le generazioni future, per i nostri figli.


Non ci siamo costituiti nel processo per un tornaconto personale ma per pretendere verità e giustizia in una delle peggiori vicende riguardanti i morti sul lavoro nel nostro Paese degli ultimi trent'anni.

Il Comune ha perpetrato nei confronti di alcuni lavoratori costituiti Parte Civile un atteggiamento vergognoso e discriminatorio, promettendo una ricollocazione mai avvenuta. Fassino ha promesso di sanare questa ingiustizia incontrando gli ultimi lavoratori in mobilità il 30 giugno 2011 e garantendo il proprio impegno nella ricollocazione. Ovviamente solo promesse, come quella ai tempi della campagna elettorale della Gran Torino Capitale del Lavoro...

Vigileremo su cosa verrà fatto dei soldi ottenuti come risarcimento dagli Enti locali, sulle modalità di riqualificazione delle ex aree Thyssen e su chi graveranno gli oneri della bonifica: alla TK o ai cittadini torinesi? Conoscendo Fassino e la sua politica prepariamoci! Non dobbiamo aprire noi lavoratori di nuovo le tasche come abbiamo già fatto con il suo degno predecessore Chiamparino in occasione delle Olimpiadi 2006 e per l'ostensione della sindone (per i quali il Comune di Torino è il più indebitato d'Italia e oggi si tagliano e privatizzano i servizi), o per le spese di militarizzazione della Val Susa per la costruzione della Tav.


La nostra non è solo una lotta per la sicurezza nei luoghi di lavoro, per un lavoro sicuro e dignitoso. E' la lotta per affermare il nuovo che avanza, la costruzione di una nuova società.

Il nuovo assetto politico in Piemonte e in tutto il Paese vede un notevole avanzamento di consensi del M5S. I denigratori lo definiscono un non-voto, un voto antipolitico.

Noi guardiamo il risultato di queste elezioni come un segnale del cambiamento sentito e voluto da una buona parte degli italiani: rompere quel meccanismo di concertazione tipico di una classe politica vecchia e corrotta che ha fatto di inciuci, corruzione, clientelismo e promesse mai mantenute il solo e unico modo di intendere la politica. Il M5S, pur con le proprie contraddizioni, ha la possibilità di cambiare da "dentro", ma anche fuori dai palazzi del potere, nelle piazze, questo sistema ormai in sfacelo che ci ha condotti sin qui, nella peggiore crisi economica, sociale e culturale dal Dopoguerra ad oggi. Ma soprattutto ha l'occasione di mettere al centro della propria agenda politica l'unica misura necessaria per ricostruire il Paese: il lavoro, utile e dignitoso per tutti.


Non saranno certo i Bersani, i Fassino, i Monti, la BCE o la Goldman Sachs a risolvere questa crisi! Dicono di volerlo fare ma non sanno come e nemmeno vogliono. Solo noi cittadini e lavoratori possiamo e dobbiamo essere protagonisti del cambiamento già in atto, che trasformerà questa società gestita da pochi a scapito di molti in una società nuova in cui sia riconosciuta la dignità del lavoro ed ognuno lavori secondo le proprie possibilità ed abbia secondo le proprie necessità. Una società che stiamo già costruendo sulle macerie di questo sistema economico, basato sul profitto e sullo sfruttamento, ormai in declino.


"...il capitale non ha riguardo per la salute

e per la durata della vita dell'operaio,

quando non sia costretto a tali riguardi dalla società"

(Karl Marx)





Torino, 1 marzo 2013                                                                                                  Ex lavoratori ThyssenKrupp Torino