lunedì 26 marzo 2012

Lunedì 26 Marzo 2012 11:08

Occupyamo Piazza Affari: l'adesione degli ex operai Thyssenkrupp

di  Ex operai Thyssenkrupp
       

Per riprendere in mano l'iniziativa e toglierla a Marchionne, Monti e Fornero aderiamo e invitiamo ad aderire, partecipare e promuovere in tutte le forme possibili l'importante giornata di mobilitazione Occupy Piazza Affari del 31 marzo a Milano indetta dal Comitato No Debito.

Il Governo Monti, incarnazione di uno dei governi "tecnici" più autoritari e antipopolari visto negli ultimi anni, esecutore delle misure "lacrime e sangue" imposte da gruppi finanziari, banche e speculatori, continua con la linea dura lanciando l'ennesima offensiva contro i lavoratori con il tentativo di introdurre, tra le misure contenute nelle riforme del mercato del lavoro, il cosiddetto "licenziamento economico", che di fatto cancella le tutele garantite dall'Art.18.

Facendo così il paio con le misure già introdotte dal piano Marchionne, che fa carta straccia dei diritti dei lavoratori, del CCNL e del principio di rappresentanza sindacale all'interno delle fabbriche. Misure imposte con il pretesto di uscire dalla crisi in cui sono coinvolti ormai (quasi) tutti i settori dell'economia.

L'unico settore che non sembra conoscere crisi è rappresentato dai morti sul lavoro: in media 4 al giorno con un inquietante aumento di suicidi tra lavoratori e imprenditori strangolati dai debiti (anche qui lo zampino delle banche). Mentre le misure repressive colpiscono sempre più pesantemente chi si batte per vigilare sulla sicurezza nei luoghi di lavoro: emblematico il caso di R. Antonini, licenziato da FS per aver prestato opera di consulenza in favore dei familiari delle vittime della strage ferroviaria di Viareggio e al quale va tutta la nostra stima e solidarietà. E sono già in preparazione nuove misure legislative (decreto legge 5/2012 art. 14) che smantellano i già inesistenti controlli nei luoghi di lavoro, sostituiti da semplici autocertificazioni rilasciate da enti esterni.

Per fortuna la risposta dei lavoratori a questi scempi non si è fatta attendere: assemblee, presidi, scioperi selvaggi e blocchi stradali hanno imposto un ripensamento al Governo che, dalla decretazione d'autorità, ripiega sulla discussione in Parlamento (disegno di legge).

Al di là del risultato che la discussione politica raggiungerà importante è rilevare il fatto che la mobilitazione dei lavoratori per la salvaguardia dei propri diritti (sanciti dalla Costituzione) è la giusta strada su cui occorre proseguire per contrastare tutte quelle misure antipopolari che il governo Monti ha approvato e per tutte quelle che tenterà di attuare in seguito per scaricare sui lavoratori tutto il peso della crisi.

La crisi non si risolverà certo con le misure adottate finora dal governo: tagli ai servizi, privatizzazioni e liberalizzazioni sfrenate, rispetto dei patti di stabilità, realizzazione di opere pubbliche inutili e dannose come la TAV, risanamento del debito pubblico creato dai pescicani della finanza e non certo dai lavoratori, maggiore flessibilità del mercato del lavoro. Essa si risolverà nella misura in cui la mobilitazione popolare, a partire dalla difesa dell'Art.18 - e più in generale per quella dei diritti, della democrazia e delle libertà democratiche - porrà la questione del lavoro sicuro e dignitoso per tutti come unica misura per uscire dalla crisi e della cacciata del governo Monti.

Per riprendere in mano l'iniziativa e toglierla a Marchionne, Monti e la Fornero aderiamo e invitiamo ad aderire, partecipare e promuovere in tutte le forme possibili l'importante giornata di mobilitazione Occupy Piazza Affari del 31 marzo a Milano indetta dal Comitato No Debito. 

 

di Franca Rame | 13 marzo 2012


Lettera aperta a Pier Luigi Bersani

Chi scrive è un ex operaio della ThyssenKrupp, l'acciaieria torinese dove nel dicembre 2007 sono morti 7 amici e colleghi, sacrificati in nome del profitto.
Il motivo che mi ha mosso a scrivere questa lettera è conseguente alle sue dichiarazioni rivolte al segretario del Pdl Alfano: "Scopre l'occupazione per non parlare di tv e corruzione". Il punto, a mio avviso, non è questionare su cosa farebbero Pdl e Lega a riguardo (questo già lo sappiamo e lo abbiamo sperimentato in anni di governo di centro-destra: assolutamente nulla di positivo per i cittadini!). Credo che la questione sia un'altra: cosa il Partito Democratico ha fatto e intende fare per la questione lavoro, ma non solo!

Il Partito Democratico porta avanti, sulla tematica del lavoro, scelte assai discutibili.Prima fra tutte l'appoggio incondizionato al "mirabolante" piano di rilancio della Fiat sbandierato da Marchionne, che fa carta straccia dei diritti dei lavoratori, conquistati in anni di lotte, che finora ha prodotto solo danni incalcolabili al tessuto socio-economico di Torino e dintorni: nessuna reale rassicurazione sul mantenimento degli impegni e degli investimenti in Italia, allontanamento della Fiom-CGIL dalla rappresentanza sindacale all'interno degli stabilimenti del gruppo (nonostante nella maggioranza di essi rappresentino oltre il 30% dei lavoratori) e un vergognoso abbassamento generalizzato dei diritti di tutti i lavoratori attraverso l'aumento dei ritmi di lavoro e la diminuzione della pause di riposo. Il tutto a scapito della sicurezza, favorendo quelle condizioni di precarietà e insicurezza che hanno generato una tragedia assurda (perchè evitabile) come quella causata alla ThyssenKrupp. E questo mentre già la politica di liberalizzazioni e deregulation attuata dal governo promette ricadute pesantissime sui controlli sulla sicurezza – attraverso il varo del decreto legge 5/2012 Art. 14: nei luoghi di lavoro verranno sostituiti da semplici autocertificazioni rilasciate da soggetti privati. Basta pagare e tutto è in regola, finché non ci scappa il morto. Come accaduto alla ThyssenKrupp. Mi chiedo se il Partito Democratico ha più a cuore i profitti di Marchionne e Co. o il diritto dei lavoratori ad un lavoro sicuro e dignitoso? E dove sono i posti di lavoro promessi dal piano Marchionne? Per ora nemmeno l'ombra. Si è vista solo cassa integrazione, sfiducia, rassegnazione, tensione sociale e grandi preoccupazioni per il futuro.

Se il Partito Democratico vuole davvero essere vicino ai lavoratori la mancata partecipazione della dirigenza (e il diktat di divieto di partecipazione imposto ai propri esponenti, prontamente violato da F. Colombo ed altri, oltre che da migliaia di iscritti al Partito) allo Sciopero Nazionale indetto dalla Fiom-Cgil il 9 marzo – motivato dal fatto che tra gli oratori era previsto l'intervento di S. Plano, Presidente della Comunità Montana Valle Susa e Val Sangone, esponente No Tav e iscritto PD – francamente ritengo sia una importantissima "occasione persa" per confrontarsi con chi subisce sulla propria pelle gli effetti più nefasti della crisi ed ascoltare le loro istanze: questa è la Democrazia.

Il consiglio rivolto alla Fiom-Cgil di non occuparsi di politica perchè "esula dalle piste sindacali" è quanto mai grottesco: mai come ora le scelte del governo "tecnico" espressione delle banche e dei gruppi finanziari – che prevedono tagli all'occupazione, all'istruzione, alla sanità, alle pensioni, ecc. – hanno ricadute sul ruolo che il sindacato stesso ha nella lotta politica per difendere i diritti dei lavoratori (rappresentanza sindacale, Ccnl e Art. 18 in primis). La Fiom-Cgil viene criminalizzata, allontanata dai luoghi di lavoro e il Suo unico consiglio è quello di mettersi da parte e non occuparsi di aspetti che, secondo Lei, non sono sindacali? La Fiom-Cgil, difendendo i lavoratori dai continui attacchi al lavoro, ai diritti e alla democrazie prende le difese di tutti i cittadini. La lotta sindacale è quindi, e non può che essere tale, uno degli aspetti della lotta politica per difendere la democrazia. E il Gruppo Dirigente del Partito Democratico dovrebbe schierarsi al fianco di questa lotta e dei lavoratori. Abbandonare il dialogo e tacciare la Fiom-CGIL di confondere Lavoro e No Tav pare più un comodo pretesto per mescolare le carte in tavola e non affrontare i problemi reali che la società e il mondo del lavoro chiedono con sempre maggiore forza.

Scindere la questione lavoro da quella No Tav significa commettere un errore di valutazione di enorme portata: Tav, questione lavoro e difesa dei diritti si intrecciano strettamente.La Tav infatti non è, come si vuol far credere, solo una questione di ordine pubblico, ma prima di tutto una questione di democrazia. In ballo vi sono interessi che vanno oltre il concetto di utilità di un'opera pubblica e delle sue ricadute economiche e occupazionali. Qui vengono costantemente messi in discussone diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione: il diritto al dissenso, la salvaguardia del territorio che, nel caso di molti agricoltori della Valle, rappresenta anche la salvaguardia del proprio lavoro e della propria dignità, la democrazia partecipata, la libertà di stampa, il concetto di legalità. Tutti diritti che il Partito Democratico ha il dovere morale e la responsabilità, di fronte ai propri elettori e di fronte ai cittadini di questo Paese, di difendere.

La Tav è un'opera inutile e costosa, come riconosciuto anche da 360 tra docenti universitari e professionisti: toglie infatti enormi e quanto mai preziose risorse che andrebbero invece destinate a creare "seriamente" posti di lavoro: bonificando l'ambiente (invece che comprometterlo ulteriormente), potenziando il trasporto pubblico (a favore dei cittadini) modernizzando la rete ferroviaria esistente, valorizzando le vocazioni produttive locali compatibili con il rispetto delle persone e dell'ambiente, promuovendo la cultura e valorizzando il nostro patrimonio artistico a prezzi accessibili a tutti.

Ma l'aspetto più inquietante del progetto Tav
, al di là delle valutazioni sulla sua utilità (tutt'altro che dimostrata) o meno, sono le misure messe in campo dallo Stato per la sua realizzazione, che chiede ai valsusini il rispetto della legalità che poi ogni giorno è pronta a violare attraverso la militarizzazione dell'area definita come "strategica", espropri fatti senza la presenza dei proprietari, il divieto ai mezzi di informazione di accedere ad alcune zone (in aperta violazione con l'Art. 21 della Costituzione, che vieta qualsiasi restrizione ai mezzi di informazione), l'uso illegale di lacrimogeni vietati dalle convenzioni (Cs) e lanciati a migliaia sui manifestanti, intimidazioni, arresti, misure di confino (anche qui il parallelismo con il confino fascista è immediato), rastrellamenti e vere e proprie operazioni di "caccia all'uomo" in stile nazista per scovare pericolosi "criminali". Ma non li troveranno certo in Val di Susa: essi siedono sugli scranni della politica, alla guida delle banche, degli istituti finanziari, delle agenzie di rating, delle lobby e dei gruppi di potere che si stanno spartendo in una feroce guerra di bande (in cui a fare le spese dello scontro sono cittadini, lavoratori, donne, giovani, pensionati e immigrati) le ultime risorse (umane, economiche e materiali) rimaste sul piatto derivate dal crollo del sistema capitalistico e dalla finanziarizzazione dell'economia.

Un braccio di forza tra Stato e Popolazione
 che rappresenta ormai un vero e proprio banco di prova nel tentativo di introdurre misure repressive autoritarie e antidemocratiche (da estendere poi la resto del Paese) in perfetto stile fascista, utilizzate contro la popolazione valsusina. Anche in questo caso il Partito Democratico, che si richiama ai valori dell'Antifascismo, della Resistenza e dei principi democratici, dovrebbe sostenere la Valle di Susa e la lotta che questa popolazione affronta ogni giorno con dignità ma anche con grande determinazione. Fortunatamente all'interno del Partito Democratico moltissimi sono coloro che sostengono il Movimento No Tav, il più avanzato esempio di mobilitazione popolare "dal basso" a difesa della Costituzione, dei Diritti e del Territorio esistente oggi in Italia.Così come anche all'interno delle Forze dell'Ordine si intravedono gli "embrioni" di una "crepa morale" che induce (giustamente) molti Poliziotti, Carabinieri e Finanzieri, a interrogarsi su che senso abbia rischiare la propria incolumità personale per uno stipendio da fame (che non è certo quello del Capo della Polizia A. Manganelli o di quello della GdF in pensione, Nino di Paolo, che guadagnano rispettivamente 621 mila e 320 mila euro l'anno a testa, mentre a Taranto, pochi giorni fa, un imprenditore si è dato fuoco per il rifiuto, da parte della banca, di un fido di 1300 euro) a difesa di un governo che colpisce, attraverso la scure dei tagli, anche Loro e le Loro Famiglie tanto che alcuni di loro, come M. Cudicio, agente di Polizia in servizio alla Questura di Trieste e fondatore del Movimento Poliziotti, nella veste di tutore dell'ordine e Sindacalista del Consap ha scritto su Facebook  una lettera indirizzata ai manifestanti No Tav per spiegare i "malesseri" che molti di loro vivono nella quotidiana "missione" di occupazione militare della Valle. Questo è sicuramente un fatto positivo.

Al di là delle reali motivazioni che lo hanno indotto a scrivere e del resto fatti di "disobbedienza civile" e "prese di distanza" di poliziotti sono già successe. Come quella di Francesco Paolo Oreste, poliziotto e consigliere comunale (tra l'altro del Partito Democratico) di Boscoreale, che ha preso le distanze dopo aver partecipato alle violenti cariche contro la popolazione di Terzigno (Na) antidiscarica, definendole "inenarrabile" e firmando un appello alla vigilanza democratica . Per questo motivo è stato segnalato ai Questori di Roma e Napoli. La migliore dimostrazione che dietro la divisa c'è un uomo con un cervello e dei sentimenti e che rifiutare gli ordini, specie se ingiusti come quelli di malmenare e gasare la popolazione, si può!Gli Agenti di Polizia, Carabinieri, GdF, ecc. sono dipendenti dello Stato che noi cittadini paghiamo perché ci vengano garantiti sicurezza e protezione, difesa della salute e del territorio, non certo per difendere gli interessi di mafiosi, speculatori e opportunisti che vogliono la Tav. Penso che loro almeno dopo il turno di servizio vanno a "casa", i valsusini invece sono costretti a vivere questa continua tensione 24 ore su 24 da più di 15 anni. Ma a nessuno pare interessare cosa provino queste persone. Di certo non interessa al Governo. E al Partito Democratico?

Una Valle che malgrado lacrimogeni, arresti, perquisizioni, intimidazioni e misure repressive di ogni genere resiste ed esporta il suo modello di lotta altrove e che il Governo, con la sua sconsiderata e criminale azione repressiva, tenta in qualche misura di arginare. Ma ormai è troppo tardi e la solidarietà che il Movimento raccoglie ovunque quotidianamente è indice della giustezza della sua lotta.Bisognerebbe chiedersi semmai perchè in Val di Susa ci sono così  tante persone disposte a mettere a repentaglio la propria vita (come Luca Abbà) per difendere la propria terra.

Anziché interrogarvi sui demeriti altrui pensate a cosa il Partito Democratico può fare adesso per cercare di portare il Paese fuori dalla crisi. I Vostri interlocutori non dovrebbero essere gli Alfano, i Marchionne, i Monti, i Marcegaglia o i Draghi ma i milioni di lavoratori e lavoratrici (molti dei quali iscritti al Partito Democratico) che combattono la sempre più difficile battaglia quotidiana per sopravvivere agli effetti della crisiGli impegni del Partito Democratico non dovrebbero essere il rispetto dei patti di stabilità per garantire i rientri, tagliando i servizi ai cittadini, dei crediti alle banche e ai gruppi finanziari ma politiche sociali a sostegno del lavoro sicuro e dignitoso per tutti. Per il Partito Democratico vengono prima gli interessi delle banche e degli speculatori o i diritti dei lavoratori e dei cittadini? Come si può pensare di chiedere alla Fiom-CGIL di escludere i No Tav dal presenziare ad una manifestazione, in barba a qualunque principio di garanzia ad esprimere le proprie opinioni perchè "esula dalle piste sindacali" o ai valsusini di farsi da parte mentre si distrugge il loro territorio e viene calpestata la loro dignità di cittadini? Non potete arrogarvi il diritto di scegliere per il futuro degli altri, nascondendovi dietro le imposizioni dettate dall'Europa delle banche e della finanza e da scelte di carattere puramente economico.

Mentre scrivo apprendo con rabbia che giovedì a Torino un muratore padre di tre figli, si è tolto la vita dandosi fuoco in un parco, colpito dalla depressione dopo essere stato licenziato. Come lavoratore e come cittadino provo grande rabbia e indignazione leggendo simili notizie. E il fenomeno è in preoccupante aumento e porta alcuni a compiere gesti estremi, ignorati dalle Istituzioni. Non possiamo e non dobbiamo permettere che nel nostro Paese si verifichino episodi di barbarie sociale come quelli legati al caso France Telecom: ristrutturazione seguita da 25 suicidi tra i lavoratori, rivelatori della drammatica realtà che investe una parte del mondo del lavoro e al quale non servono ruspe, elicotteri, poliziotti in assetto anti-sommossa, lacrimogeni,  impiegati nella realizzazione di un'opera faraonica dal costo esorbitante e realizzata (?) chissà quando in vista di chissà quali scenari economici.

Il Partito Democratico, a mio avviso, anziché impiegare energia per attaccare e denigrare il Movimento No Tav, la popolazione valsusina (e quanti, in tutto il Paese sostengono la loro lotta) dovrebbe adottare misure concrete sul mercato del lavoro che abbiano come risultati concreti e immediati il rilancio dell'occupazione e della dignità del lavoro. Tutto il resto è fumo negli occhi e non serve certo a tutelare gli interessi dei lavoratori e dei cittadini.

Ciò che serve al Paese per uscire dalla crisi non è la Tav (su cui, secondo una recente inchiesta dei Carabinieri, già si allungano i voraci tentacoli delle cosche mafiose) ma il rilancio del lavoro, sicuro e dignitoso per tutti attraverso: diritto all'istruzione in scuole più sicure per i nostri figli, abolizione del precariato e stabilizzazione dei contratti, sanità pubblica accessibile a tutti, diritto di cittadinanza e di reddito, potenziamento del trasporto pubblico (in nessuna città italiana metro e bus viaggiano oltre l'una e se è vero che nelle fasce notturne c'è meno movimento ciò non è dovuto forse al fatto che manca il trasporto pubblico?), valorizzazione del patrimonio artistico (aperture prolungate dei musei esistenti, spesso chiusi per mancanza di personale) e culturale spesso lasciati all'incuria (Pompei docet), salvaguardia dell'ambiente attraverso bonifiche del territorio da scorie industriali a carico non dei cittadini ma di chi le ha create (Eternit), nazionalizzazioni di imprese e riconversioni produttive (come ha detto G. Cremaschi a proposito della Fiat, le cui casse sono state lautamente e periodicamente capitalizzate con il denaro dei cittadini), recupero di enormi risorse finanziarie attraverso la tassazione del patrimonio immobiliare del Vaticano (proprietario del 30% del patrimonio immobiliare italiano) come già avviene in tutti i Paesi europei, sforamento dei Patti di stabilità (con buona pace di speculatori e affaristi) per garantire servizi ai cittadini, promuovere ricerca, innovazione e sperimentazione scientifica. Questo è il treno a cui dobbiamo "agganciarci", quello che passa attraverso stazioni chiamate Dignità del Lavoro, Istruzione, Sanità, Diritti, Democrazia, Legalità. Per tutti.

Alla soglia dei quaranta anni, come altre centinaia di migliaia di persone, mi ritrovo senza lavoro e senza prospettive sicure per il mio futuro. Poiché non mi sento affatto un "esubero" ma ho aspirazioni, sogni e competenze che, come i miei ex colleghi con me in mobilità (fino a settembre), vorrei mettere al servizio della mia città, abbiamo deciso, alcuni giorni fa, di scrivere una lettera rivolta al Sindaco di Torino Piero Fassino – figura tra le più autorevoli all'interno del Partito Democratico – e a tutti gli esponenti delle Istituzioni e del mondo del lavoro a livello locale per avere un incontro e parlare del lavoro "certo e sicuro" che la Sua Amministrazione si è impegnata a trovare a noi tutti nell'ambito del progetto Gran Torino "capitale del lavoro" evocata in campagna elettorale. Sono passati otto mesi dall'incontro precedente e vogliamo sperare che tutto questo tempo non sia passato invano ma sia servito per mettere in campo prospettive certe alle nostre preoccupazioni.

Una politica del mercato del lavoro basata sull'equità sociale che elabori soluzioni concrete al disagio sociale e dia prospettive certe e immediate di lavoro, sicuro e dignitoso per tutti: questo è quello che dovrebbe impegnare realmente, anima e corpo, un Partito che si definisce Democratico e al fianco di lavoratori e cittadini!

Nei dissensi civili, quando i buoni valgono più dei molti, i cittadini si devono pesare, non contareCicerone

Torino, 12 marzo 2012

Mirko Pusceddu, ex lavoratore ThyssenKrupp Torino

 

mercoledì 14 marzo 2012

 

Mirko Pusceddu, ex operaio ThyssenKrupp Torino - Sui fatti NO TAV in risposta a Maurizio Cudicio, Sindacalista di Polizia e fondatore del Mov. Poliziotti.

 

 

Maurizio,

chi scrive è un ex operaio della ThyssenKrupp di Torino, dove nel 2007 sono morti 7 ragazzi (3   avevano solo 26 anni)... ARSI VIVI in nome del profitto. Apprezzo il tuo tentativo di aprire una sorta di dialogo con il Mov. NO TAV ma credo che la verità di cui parli è molto diversa dalla quella che va delineandosi nella pratica. Capisco che non fa piacere lasciare casa e famiglia per andare a presidiare un posto che nemmeno conosci e per giunta per "4 soldi", come affermi (e non stento a crederlo): per queste motivazioni, visto che vi definite difensori dell'ordine e della Costituzione, dovreste prendere posizione CONTRO la Tav, perché è espressione degli interessi di uno Stato retto dagli emissari delle banche (Monti in Italia, Papademos in Grecia, ecc. che questa crisi l'hanno creata!) che lede TUTTI, ANCHE VOI (e le Vostre famiglie).


Definirvi operai mi pare fuori luogo, visto che spesso e volentieri (gli operai) li prendete a calci: per es. il Mov. Pastori Sardi caricati a freddo appena scesi dalla nave a Civitavecchia lo scorso anno per manifestare contro Equitalia che li sta strangolando!…E dimmi che sono dei facinorosi persone che producono latte e si alzano tutte le mattine alle 4 per accudire il bestiame!….o quelli dell'Alcoa di Portovesme caricati davanti all'ambasciata americana a Roma per difendere il proprio posto di lavoro! La storiella che "prendete solo ordini" scusa ma è troppo semplicistica: dietro queste affermazioni si nascondono vecchie e nuove nefandezze (fascismo e nazismo ieri, Casapound e Forza Nuova oggi!). IO NON PESTEREI MAI UN LAVORATORE CHE DIFENDE IL PROPRIO POSTO DI LAVORO! Voi lo fate spesso e volentieri, quindi come potete pretendere che la gente vi veda di buon occhio (dopo Cucchi, Aldrovandi, Uva e centinaia di morti di Stato in manifestazioni, Commissariati, carceri, CIE, ecc.)? NESSUNO VI OBBLIGA AD ESEGUIRE GLI ORDINI, SPECIE SE ANTIDEMOCRATICI E ANTIPOPOLARI!!! Ribellatevi democraticamente.


Ormai siete i difensori di una cricca di corrotti, mafiosi e  affaristi, compresi coloro che hanno ucciso i miei 7 colleghi di lavoro, TUTTI A PIEDE LIBERO NATURALMENTE (!) in attesa magari della depenalizzazione in secondo grado e dell'assoluzione in Cassazione. Chi li ha uccisi i miei 7 colleghi di lavoro? La distrazione!....Alla faccia della legalità che andate predicando!…Mentre c'è gente che è DA MESI IN CARCERE PER AVER LOTTATO PER DIFENDERE IL PROPRIO FUTURO! La giustizia che difendete (e per cui rischiate la vita per 2 soldi…) è la stessa legalità borghese che lo Stato democratico infrange sistematicamente ogni qualvolta deve difendere i propri interessi (Tav, inceneritori, discariche, tasse e lacrime e sangue per i lavoratori, Voi compresi!)!

Chiedere ai NO TAV di non essere violenti sarebbe come aver detto ai partigiani durante la Resistenza di cacciare l'invasore nazi-fascista con le badilate! Lo Stato (di minaccia) ha iniziato una guerra e Voi non siete altro che (spesso consapevoli) pedine di questa guerra contro la popolazione valsusina (ma non solo, visto che la Tav è un vero e proprio banco di prova per l'instaurazione di misure autoritarie e repressive da estendere anche altrove, in perfetto stile dittatoriale).


Se siete così democratici e non avete nulla da nascondere allora perché: 1) quando prestate servizio in borghese non esibite (quasi) mai un documento di identificazione (Voi stessi quindi contravvenite alle prescrizioni del T.U.L.P.S., che impone invece di identificarsi dichiarando generalità, nr. di matricola e corpo di appartenenza); 2) non avete un codice di identificazione personale su divisa e casco, come in altri Paesi (Vi gioverebbe assai, si isolerebbero subito i "facinorosi",che dileggiano il Corpo di appartenenza con comportamenti violenti e fuori da ogni regola; 3) se Voi potete riprendere, scattare foto e acquisire materiale di terzi non può farlo un qualunque manifestante nei Vostri confronti, senza subire ritorsioni???

Magari se i volantini diffusi ai presidi e manifestazioni cercaste di leggerli e di capire le ragioni delle proteste che stanno dall'altra parte, non solo per di cercare estremi per nuove denunce e misure repressive, il clima sarebbe certo diverso.

Prendete esempio da Paolo F. Oreste, il poliziotto che ha denunciato le violenze delle forze dell'ordine (definite "inenarrabili", http://www.rednest.org/estendere-e-rafforzare-la-vigilanza-democratica-lettera-aperta-di-francesco-paolo-oreste/) perpetrate ai danni della popolazione di Terzigno (Na) durante le cariche contro la costruzione delle discariche, che ha firmato anche un Appello alla Vigilanza Democratica.


Al Carabiniere sardo osannato per la sua temperanza - per non aver risposto alle provocazioni del manifestante - vorrei far notare che la Sardegna (la Sua e la Mia terra...) è la Regione d'Italia più militarizzata, ospitando: diverse basi N.A.T.O., che producono morte (tumori da uranio impoverito, per il quale sono morte anche decine di militari, la più lampante dimostrazione che per lo Stato siete solo truppa di manovra per i loro loschi affari, da utilizzare per alimentare lo scontro masse contro masse anziché masse contro classe dominante: leggetevi Marx!!!) e devastazione ambientale (in uno dei paradisi naturali più belli al mondo), poligoni di tiro Interforze (come il Salto di Quirra, dove per 140 mila euro l'ora qualsiasi esercito alleato può testare armi di ogni genere, contro la salute dei cittadini – che dovreste tutelare -. e contro l'ambiente, gravemente compromesso da scorie altamente nocive per qualunque forma di vita), aree interdette e servitù militari dislocate ovunque, anche in posti di rara bellezza naturalistica.


A lui che è sardo come me chiederei di interrogarsi sul perché questo Governo taglia sanità, istruzione e trasporti e costringe migliaia di giovani sardi (come me del resto, torinese per caso in quanto figlio di emigrati di Oristano e Nuoro), devono allontanarsi dalla terra natia a cercare altrove alterne fortune (compresi moltissimi giovani appartenenti alle Forze dell'Ordine, vero e proprio bacino di reclutamento per migliaia di giovani proletari, sottoproletari e figli di operai provenienti dalle zone più povere d'Italia, specie il Sud, che questo Stato ha sempre trattato come "terra di conquista") quando invece i soldi (invero molti, anche se si sbandiera continuamente la mancanza di risorse economiche, ma decine di aerei da guerra non ce li facciamo scappare, non si sa mai dovesse attaccarci San Marino!) vengono sperperati in opere mostruose e inutili come la Tav (ma non solo) e andrebbero invece spesi per creare POSTI DI LAVORO (sicuri e dignitosi per tutti, non come alla Thyssenkrupp, dove il terzo gruppo al mondo per produzione di laminati piani inossidabili da 3,4 miliardi annui di fatturato non voleva spendere 60 (merdosi) euro per un estintore!!! che rabbia.....) servizi e migliorare le condizioni di vita di tutti (quindi anche di Voi appartenenti alle Forze dell'Ordine e delle Vostre famiglie, che mandate i vs. figli a scuola e fate la spesa negli stessi mercati e supermercati dove anche noi incontriamo mille difficoltà con salari sempre più magri e "la solita insalata oggi pare più salata", tanto per citare un grande artista del Movimento).


Un'ultima parola vorrei spenderla per chiedere che si dia il via ad una campagna mediatica di boicottaggio de "il Giornale" e personalmente contro il suo Direttore, il pennivendolo A. Sallusti (Chiedi immediatamente scusa a Luca Abbà e alla sua Famiglia per aver definito un pacifico combattente per la libertà un cretinetto. Sallusti vergognati!) L'Ordine dei Giornalisti dovrebbe radiarlo e prenderne immediatamente le distanze da un tale personaggio...

 

Spero che questa lettera ottenga una risposta e apra realmente un dibattito e che questa nota pubblicata su fb non sia solo una giustificazione per lavarsi la coscienza e dire che Vi dispiace, anche se apprezzo l'intento.

 

MIRKO "cretinetto" PUSCEDDU, ex operaio ThyssenKrupp Torino