lunedì 9 gennaio 2012

I difensori della Thyssen presentano ricorso contro la sentenza

"Ricorso contro la sentenza"

I legali che rappresentano la multinazionale dell'acciaio hanno presentato appello rispetto alla sentenza di primo grado che aveva condannato per omicidio volontario l'ad della Thyssen Italia.
ll collegio difensivo della Thyssen ha depositato gli atti di appello contro la sentenza di primo grado emessa dalla Corte di Assise di Torino il 15 aprile 2011. I legali – secondo quanto s'apprende – intendono evidenziare, tra l'altro, che il presupposto che il comportamento degli imputati sia stato condizionato dall'intento di non effettuare investimenti per la sicurezza presso lo stabilimento di Torino, poichè destinato alla chiusura, "non rispecchia la realtà dei fatti e non è dimostrato". "Gli impianti di Torino – spiega una nota diffusa dalla Thyssen – dovevano essere trasferiti, in perfetta efficienza e con la migliore tempestività a Terni, per potenziarne, a fini produttivi e di economie di scala, le attività di sito integrato".
"Negli atti di appello sono sviluppate – si aggiunge nella nota – articolate motivazioni giuridiche e fattuali, basate su prove documentali, testimoniali e tecniche, alla luce delle quali sottoporre all'attenzione della Corte d'Assise di Appello la riforma della sentenza di primo grado. Gli atti di appello ricostruiscono le dinamiche del tragico evento, avvenuto presso la Linea 5 dello stabilimento di Torino il 6 dicembre 2007, attraverso prove documentali e testimonianze, e forniscono un differente quadro ricostruttivo, rispetto a quello sulla cui base la Seconda Sezione della Corte di Assise ha formulato la propria valutazione".
La sentenza di primo grado ha condannato a 16 anni e mezzo per omicidio volontario (prima volta in Italia per un incidente sul lavoro) l'amministratore delegato della ThyssenKrupp Harald Espenhahn. Al banco degli imputati Cosimo Cafueri, responsabile della sicurezza, Giuseppe Salerno, responsabile dello stabilimento torinese, Gerald Priegnitz, membro del comitato esecutivo dell'azienda, assieme a Marco Pucci, e un altro dirigente Daniele Moroni, accusati a vario titolo di omicidio e incendio colposi, oltre che di omissione delle cautele antinfortunistiche. Gerald Priegnitz, Marco Pucci, Raffaele Salerno e Cosimo Cafueri sono stati condannati a 13 anni e 6 mesi, Moroni a 10 anni e 10 mesi.
(07 gennaio 2012)

 

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