sabato 18 febbraio 2012

Giustizia ed ingiustizia: la sentenza Eternit e le morti sul lavoro

Abbiamo appreso con gioia la sentenza che condanna i proprietari di Eternit a 16 anni di reclusione (qui il video con la lettura della sentenza: http://youtu.be/9MiuB9uTDA4), anche se ovviamente questa giustizia lungamente rincorsa non renderà ai propri cari le vittime della fibra killer. E di questa, come della precedente sentenza contro la Thyssenkrupp, ringraziamo il magistrato Raffaele Guariniello di Torino, anche se qualche dubbio - che non abbiamo letto in originale - viene, leggendo che "... il "disastro ambientale" (ma non la "rimozione di cautele") provocato dagli stabilimenti di Napoli-Bagnoli e Rubiera (Reggio Emilia) è prescritto." (fonte: http://qn.quotidiano.net/cronaca/2012/02/14/667933-eternit-sentenza-reazioni.shtml): se è vero che Napoli e Reggio Emilia son state, come dire, messe a tacere, condividiamo l'opinione che non possono esistere morti di serie A e di serie B (ma questo è un annoso discorso e non riguarda solo le morti per amianto, ci sembra).

Negli stessi giorni purtroppo l'Osservatorio Indipendente di Bologna Morti sul Lavoro pubblicava: "Morti sul lavoro 2012 - Dal primo gennaio ad oggi 18 febbraio sono morti 54 lavoratori sui luoghi di lavoro e 115 se si sommano a quelli morti sulle strade e in itinere. Nel 2011 ci sono stati più di 1170 morti, di cui 663 sui luoghi di lavoro + 11,6% sul 2010. Per approfondimenti sui lavoratori morti per infortuni sul lavoro nel 2011 andare nella pagina dell'1 -1 e 3- 1 - 2011 del'Osservatorio. Ci sono cartine geografiche con il numero di morti per ciascuna provincia italiana e grafici inerenti all'età, professione e nazionalità dei lavoratori vittime d'infortuni mortali.", il che significa che non possiamo certo abbassare la guardia, soprattutto tenendo presente il fatto che, nel frattempo, il numero degli occupati è diminuito.

Questo tragico dato è confermato da ASCA, che ci informa tra l'altro che "...La fascia d'età più colpita è sempre quella in cui l'esperienza dovrebbe insegnare a non esporsi al rischio (tra i 45 e i 54 anni, ovvero il 26,9 per cento delle vittime). Il 23,1 per cento dei morti a gennaio aveva un'età compresa tra i 25 e i 34 , il 19,2 per cento tra i 55 e i 64 anni come gli ultrasessantacinquenni." - il che pare in evidente contraddizione con la pretesa degli ultimi governi di innalzare l'età pensionabile, ma tant'è...

La lotta per la sicurezza nei posti di lavoro non si ferma, così come non si ferma - non si deve fermare! - la ricerca della giustizia per tutte le vittime del profitto, passate e presenti.


Post Scriptum: dopo la sentenza contro la Eternit e la sua dirigenza, è nata INTERFORUM, una ong che agirà contro i crimini industriali nel mondo (maggiori dettagli qui)

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