sabato 15 gennaio 2011

FIAT:EX OPERAI THYSSENKRUPP, NOI VOTEREMMO NO...E DI BRUTTO

(ANSA) - TORINO, 14 GEN - «Io voterei no. E di brutto ...». La presa di posizione sul referendum alla Fiat è di Salvatore B., uno dei vecchi operai della Thyssenkrupp di Torino, che oggi ha seguito a Palazzo di Giustizia la ripresa del processo per la morte dei suoi sette colleghi nell'incendio del 2007. Sulla stessa linea si sono collocati gli altri ex dipendenti della multinazionale dell'acciaio presenti in aula. Ma già il 14 gennaio un volantino siglato «Operai Thyssenkrupp Torino» manifestava «solidarietà e vicinanza» ai colleghi di Mirafiori «posti sotto attacco» e anche alla Fiom. «Quei lavoratori - ha detto Mirko Pusceddu - sono stati caricati di una responsabilità immensa. Il referendum è un banco di prova per il futuro: se passa, verrà esteso a tutte le aziende del Paese. E non escludo che ci sia un sottofondo più nascosto: una Fiat che, scontentando ed esasperando gli operai, vuole avere il pretesto per lasciare l'Italia addossando la colpa a loro». Pusceddu è uno dei promotori dell'associazione Legami d'Acciaio, nata dopo l'incidente di Torino per sensibilizzare l'opinione pubblica sui temi della sicurezza sul lavoro. A suo parere, l'accordo su cui sono stati chiamati a pronunciarsi i dipendenti di Mirafiori «è un ritorno al fascismo» ed è un tentativo di «delegittimare ed escludere i sindacati con l'ovvia eccezione di quelli padronali». Anche Giuseppe Morese (che lavorò alla Fiat-Ferriere nel 1978) dice che l'accordo «è un passo indietro di decenni sulla strada dei diritti dei lavoratori». Quanto alle previsioni, chi si sbilancia è Pusceddu: «Vincerà il sì, ma di stretta misura. E lo stabilimento diventerà ingovernabile».

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