martedì 1 febbraio 2011

La Repubblica, 31.01.2011

Processo Eternit, parlano i periti
"I primi morti a fine Ottocento"

Diciassette vittime di asbestosi tra i lavoratori dell'amianto furono segnalati fra il 1890 e il 1895 in una manifattura di tessuti in Francia. Lo hanno spiegato gli esperti di parte civile in aula

Processo Eternit, parlano i periti  "I primi morti a fine Ottocento"


"I primi morti (17) di asbestosi tra i lavoratori dell'amianto furono segnalati fra il 1890 e il 1895 in una manifattura di tessuti in Francia". Lo hanno affermato i consulenti di Medicina Democratica, una delle parti civili del processo Eternit, all'udienza di questa mattina al tribunale di Torino.
Secondo i consulenti, è dal 1964, grazie anche ad uno studio di specialisti italiani, che la comunità scientifica internazionale riconosce la connessione tra il contatto con il minerale e il mesotelioma.
Sono stati Luigi Mara e Bruno Thiene a riepilogare l'evoluzione delle conoscenze scientifiche sulle caratteristiche tossiche dell'amianto.
L'obiettivo di accusa e parti civili è dimostrare che i vertici dell'Eternit, nonostante quanto si sapeva sul rischio cancro, non presero iniziative sufficienti per tutelare i lavoratori e i residenti nelle città sedi delle filiali. Gli imputati, in questa causa, sono il magnate svizzero Stephan Schmidheiny e il barone belga Louis de Cartier.
Dopo i primi 17 operai francesi, fra il 1898 e il 1999, compare il decesso di "undici lavoratori trentenni" di una ditta inglese. Già nel 1907 (come peraltro emerso negli anni Novanta in un precedente processo per amianto trattato dalla procura subalpina) la società "British asbestos company" perse, a Torino, una causa per diffamazione intentata contro un giornale, "Il Progresso del Canavese", che aveva scritto articoli sulla nocività del minerale. E nel 1918 la compagnia di assicurazioni americana "Prudential" propose di non assicurare sulla vita i lavoratori dell'amianto.
"Prove inoppugnabili" di un collegamento tra le fibre e il mesotelioma vennero prodotte dallo studioso Chris Wagner nei primi anni Sessanta, ma è anche grazie al lavoro che tre esperti italiani (Vigliani, Mottura e Maranzana) presentarono a New York nel 1964 che "la comunità scientifica riconobbe l'associazione diretta". Il terzetto eseguì uno studio su 24.700 autopsie svolte in Piemonte e Lombardia fra il 1944 e il 1963, individuando 879 casi di asbestosi e 76 di mesotelioma.
Quanto al carcinoma, il primo Stato che lo riconobbe come malattia dell'amianto fu la Germania fra il 1938 e il 1941, nel periodo nazista.


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