lunedì 28 febbraio 2011

La Repubblica


Thyssen, la sentenza
arriverà a metà aprile

Ultima arringa difensiva, l'avvocato dei manager tedeschi chiede l'assoluzione piena per l'ad e gli altri dirigenti: "Non hanno commesso alcun reato". Dure accuse agli enti locali e ai sindacati

di SARAH MARTINENGHI


QUANDO il 15 aprile entrerà in camera di consiglio, la corte d'assise «non dovrà tenere conto del dolore, rispettabilissimo, portato in quest'aula, ma delle prove fornite: non ci sono omissioni imputabili ad Harald Espenhahn, lui ha assolto tutti i suoi obblighi». Così l'avvocato Ezio Audisio ha chiesto ieri che l'ad della Thyssenkrupp sia assolto da ogni accusa, a cominciare da quella, contestata per la prima volta, di omicidio volontario con dolo eventuale, «perché il fatto non sussiste», e dai reati colposi perché «non costituiscono reato».

L'AD, per il difensore, ha fatto il documento di valutazione dei rischi, ha previsto un sistema di deleghe, ha stanziato fondi per i corsi di formazione, ha tenuto una condotta che non costituisce reato, non ha omesso di stanziare fondi per la sicurezza, e la linea 5 non era a rischio incendio, «non più di quest'aula di tribunale». Assoluzione anche per Marco Pucci e Gerard Priegnitz, «per non aver commesso il fatto».

Ma ieri l'avvocato Audisio ha usato toni forti contro le parti civili. Gli enti territoriali, Comune, Provincia, Regione, e anche i sindacati: «nessuno di loro ha diritto di chiedere danni». «Ho ascoltato con sconcerto le loro richieste, sproporzionate e immotivate - esordisce l'avvocato - la Regione ha chiesto 6 milioni, Provincia e Comune 1 milione e mezzo». Cita la sentenza del tribunale di Cuneo per il Molino di Cordero: 5 lavoratori morti a seguito di una tremenda esplosione. «C'è un'inspiegabile differenza di comportamento. Ma l'unica differenza, a parte il numero di vittime, è stato il clamore mediatico. Eppure in quel caso gli enti hanno chiesto complessivamente il risarcimento di un euro simbolico, qui, invece, la Regione chiede un euro per ogni abitante».

Il difensore lancia il suo affondo: «Chiedono danni di immagine, ma dove erano gli enti quando dovevano partecipare alle attività ispettive? La Regione l'ha fatto attraverso il comitato di controllo, la provincia talvolta è intervenuta. Il Comune, pur invitato, non si è mai degnato. Hanno avuto un ruolo nella chiusura, si sono seduti al tavolo delle trattative: ma si sono mai occupati di sicurezza? Solo dopo ci dicono che lo stabilimento era abbandonato, dimenticato. Ma prima dov'erano? Questi dati non possono essere trascurati».

Ce ne è anche per i sindacati. «Assurde» le loro richieste: «Fiom, Fim e Uil hanno svolto un ruolo nelle fasi finali dello stabilimento. Ma nemmeno in quelle sedi hanno mai segnalato problemi di sicurezza: si è sempre e solo discusso di problemi occupazionali. Quella era l'unica attenzione dei sindacati». «Dov'erano allora quando si sono verificati i fatti? due le opzioni: o, se c'erano, non se ne sono accorti, oppure quei fatti non si sono mai verificati. Dimostrino che hanno avuto un danno e che non hanno concorso alla determinazione di quel danno». La Regione non può essere risarcita «nemmeno per quanto riguarda le spese mediche sostenute «sono state sostenute dalle Asl, realtà imprenditoriali autonome». Nemmeno gli ex colleghi vanno rifondati, e neanche i soccorritori che hanno avuto danni psicologici per aver visto morire i compagni nelle fiamme: «non ci hanno mica contestato le lesioni colpose» commenta il legale. Gli unici risarcibili sono i pochi zii e cognati delle vittime, in quanto prossimi congiunti: ma in separata sede, quella civile.

(25 febbraio 2011)

2 commenti:

  1. Vi ho inserito nel mio blogroll.
    Saluti

    Francesco Cuccuini
    (www.francescocuccuini.com)

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  2. grazie Francesco e benvenuto tra noi! Nel sito Legami d'Acciaio, nostro fratello (basta cliccare sul link in alto a destra per entrarci) trovi altre notizie ed immagini, ma con tutta probabilità te n'eri già accorto... :)

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