martedì 8 febbraio 2011


La Repubblica

Processo breve, il Pdl accelera
Scontro con le opposizioni. No Anm

Il capogruppo in Commissione Giustizia della Camera, Enrico Costa, ha chiesto di rimettere all'ordine del giorno dei lavori di questa settimana l'esame del ddl. Pd: "Ci opporremo con ogni mezzo". De Magistris (Idv): "Impunità ad ogni prezzo". Fli: "Mobilitazione nelle piazze". I magistrati: Serve altro, produrrà effetti devastanti

ROMA - Nuovo scontro sulla giustizia tra maggioranza e opposizione. Con l'Anm che torna a lanciare l'allarme sugli "effetti devastanti" che alcune riforme potrebbero produrre sul sistema. Il capo gruppo del Pdl in Commissione Giustizia della Camera, Enrico Costa, ha chiesto con una lettera in Commissione di rimettere all'ordine del giorno dei lavori di questa settimana l'esame del ddl sul processo breve. Il provvedimento è all'esame della Commissione presieduta dalla finiana Giulia Bongiorno già dal gennaio scorso. Ma, dopo numerose audizioni, di questo provvedimento non si è più parlato.

Nei giorni scorsi era stato il Guardasigilli Angelino Alfano ad annunciare la nuova mossa dell'esecutivo. "Il tema non è mai stato cancellato dall'agenda politica della nostra coalizione ed anche pronunciamenti recenti della Corte di Strasburgo richiamano l'Italia ad una accelerazione dei processi" aveva detto il ministro. Sullo sviluppo complessivo del disegno di legge, Alfano aveva affermato che "non ci sono enormi contrasti, tant'è che numerosi ddl della sinistra italiana andavano in quella direzione, magari con dettagli diversi ma con la stessa sostanza".

L'accelerazione del Pdl sul processo breve innesca l'immediata reazione delle forze d'opposizione. Il Pd, attraverso il capogruppo in commissione Giustizia, Donatella Ferranti, e il responsabile Giustizia del partito, Andrea Orlando, giudica "irresponsabile" la richiesta del Pdl di rimettere all'ordine del giorno il ddl, a cui "ci opporremo duramente". "Quel provvedimento non serve ai cittadini e metterà in ginocchio il sistema giustizia, cancellerà centinaia di migliaia di processi vanificando così il fruttuoso lavoro dello Stato nella lotta alla criminalità" a cui si aggiunge lo "spreco inaudito di risorse economiche visto che in un colpo solo si getteranno al macero tutte quelle indagini che hanno avuto necessità di complessi accertamenti, a partire da quelle economiche". Per il Pd, il provvedimento "serve esclusivamente ad accontentare le smanie vendicative del presidente del Consiglio nei confronti della magistratura e a perseguire una strisciante impunità".

Luigi de Magistris, eurodeputato Idv e responsabile giustizia del partito: "Si stringe il cerchio giudiziario intorno a Berlusconi ed ecco che si riattiva la micidiale pletora dei suoi avvocati personali, quelli che siedono in Parlamento e che hanno il compito di garantirgli l'impunità per mezzo dell'abuso di legge. Il processo breve, che il Pdl vorrebbe riesumare in Commissione Giustizia della Camera, è un ddl inaccettabile". Sul piede di guerra anche i finiani. "Contro la proposta di processo breve, devastante per il sistema giudiziario italiano, faremo una battaglia parlamentare durissima con ogni mezzo previsto dai regolamenti", anticipa Fabio Granata, vicepresidente Fli della commisione Antimafia. "Siamo pronti alla mobilitazione in Parlamento e nelle piazze".

Anm: "Effetti devastanti".
"Credevamo che questi fossero progetti di legge ormai accantonati, ma se necessario ribadiamo il nostro giudizio negativo sugli effetti devastanti che queste riforme possono avere sulla giustizia". Così commenta il presidente dell'Anm, Luca Palamara, l'accelerazione del Pdl sul tema. "Sono provvedimenti - ha aggiunto Palamara - che vanno nel senso contrario a quello di cui la giustizia ha bisogno, cioè di un processo che funzioni nell'interesse di tutti. Abbiamo necessità di riforme strutturali e non di provvedimenti contingenti e dettati da situazioni episodiche".

(07 febbraio 2011)

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